Se non è stato sottoscritto alcun contratto con l'editore, l'art. 42 della legge 633/1941 (LDA) consente all'autoredel contributo della ricerca che sia stato riprodotto in un'opera collettiva .. di riprodurlo in estratti separati o raccolti in volume, purché indichi l'opera collettiva dalla quale è tratto e la data di pubblicazione.

Se si tratta di articoli apparsi in riviste o giornali, l'autore, salvo patto contrario, ha altresì il diritto di riprodurli in altre riviste o giornali. In assenza di specifici accordi con l'editore è possibile, quindi, anche il deposito presso l'archivio istituzionale ad accesso aperto.

La presenza dei depositi istituzionali per l'accesso aperto ai risultati della ricerca ha portato, in ogni caso, ad un sostanziale adeguamento delle politiche editoriali. La maggior parte degli editori consente, infatti, l’autoarchiviazione con differenziazioni che riguardano sostanzialmentela la versione da archiviare e la tempistica del deposito.

Un contributo scientifico può presentarsi sotto forma di:

  • pre-print dell’autore (Author’s Pre-print): bozza (manoscritto) dell’autore prima della sottomissione all’editore (pre-refereeing / bozza pre-referaggio);

  • post-print dell’autore (Author’s Post-print): versione finale del contributo già referato ma ancora con il layout dell’autore (final draft post- refereeing / bozza referata);

  • post-print dell’editore (Publisher’s Version/PDF): versione finale del contributo impaginato con il layout dell’editore.

Gli editori possono chiedere una posticipazione nell’autoarchiviazione (un periodo di embargo) per salvaguardare i propri interessi economici.

E' importante, pertanto, verificare sempre prima le condizioni editoriali relative alla pubblicazione di un prodotto dell'attività intellettuale ed assicurarsi che il contratto preveda esplicitamente la possibilità di archiviare, in una qualsiasi delle suddette modalità, il proprio lavoro scientifico nell'archivio aperto dell’istituzione ed eventualmente anche in altri archivi aperti disciplinari.

Per conoscere quale versione del contributo può essere depositata (pre-print, post-print o versione pdf dell’editore) è necessario verificare i vincoli presenti nel contratto sottoscritto con l'editore o, in alternativa, consultare il sito dell'editore, il database Sherpa Romeo (per conoscere le politiche dei principali editori scientifici internazionali in merito all’autoarchiviazione) o, per gli editori non presenti, il censimento UniTo.